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SCUOLA E GENITORI, RIPENSARE LA FORMAZIONE

 

All’interno della Scuola italiana, fra le molteplici attività e i numerosi adempimenti, è inserita anche la Formazione per tutto il personale e soprattutto per gli insegnanti. Le occasioni di aggiornamento sono in genere numerose e più o meno apprezzate in base a criteri personali.  

La conoscenza non si vende, quindi non si compra e non sta racchiusa in un titolo. Allora cosa succede quando ci formiamo, andiamo a scuola e impariamo nozioni, concetti e (non sempre) metodi? Cosa succede quando mettiamo tempo, impegno, sforzi, denaro per ottenere un titolo? E in realtà cosa otteniamo?

Prima ancora delle risposte, queste domande presuppongono la comprensione del sistema scuola, al di là degli stereotipi frequenti che siamo abituati ad ascoltare quotidianamente. E dobbiamo partire da altre domande: “a cosa serve la Scuola?”, “qual è la funzione/ruolo dell’insegnante?”, “qual è il ruolo dell’allievo?”. 

Se vogliamo ripensare la Formazione, secondo due parametri che ci sembrano fondamentali, dobbiamo lavorare ben oltre i contenuti e gli stereotipi. 

  • Il primo parametro riguarda una formazione che forma. Quindi non un semplice aggiornamento inseguito di corsa e con la speranza che sia risolutivamente taumaturgico, cosa che lo assimilerebbe al massimo a buona ricetta. 

  • Il secondo parametro riguarda la sostenibilità, che non è un pensiero puramente ecologico, ma richiede un’esplorazione e una messa in gioco della mentalità di chi si forma, per comprendere un modello del mondo ricco, flessibile e inclusivo. 
     

FormAti ha lavorato e lavora con Scuole e Genitori, proprio per portare avanti questi due aspetti. 

Per quanto riguarda i GENITORI, proponiamo serate, incontri, un libro e una trasmissione radio che si rivolge proprio a loro in quanto genitori di figli che vanno a scuola. Partiamo dall’idea che genitori, figli e scuola siano un triangolo di relazioni, impegno e aspettative; ogni parte non è la controparte delle altre due: siamo tutti nella stessa barca diretti alla stessa meta. Ognuno contribuisce come può e ciascuno può contribuire meglio di come fa ora. Anche il nostro è un contributo pratico e quotidiano con riflessioni e strumenti di comprensione e dialogo per supportare i figli a sfruttare le loro capacità e valorizzare le proposte che ricevono dagli insegnanti e dalla scuola, fondamentali pur con le carenze che sono sotto gli occhi di tutti; lo studio non è solo un diritto o un dovere, ma principalmente è una necessità. La scuola e gli studi restano sempre una grande opportunità e un’esperienza importante, un riferimento per i figli che per tutta la vita continueranno a imparare. I genitori hanno la loro parte perché questa occasione sia colta e non sprecata. Perché non sarà mai più recuperabile. 

Partecipiamo inoltre ad attività di orientamento, che richiede una continua definizione e verifica dei propri obiettivi e progetti e non è una decisione stressante da prendere per forza all’ultimo momento, facendole carico di rispondere a una vita di lavoro in una società in rapida evoluzione come l’attuale che tutto può dare, tranne certezze. La migliore risposta è una preparazione non ristretta in un titolo di studio, per quanto importante e pienamente guadagnato, ma legata a una persona che è in grado di apprendere in ogni circostanza e continuerà a farlo in tutta la sua vita, gestendo se stesso, le sue relazioni e contesti anche impensati. 

Con gli INSEGNANTI, proponiamo attività formative che si rivolgono contemporaneamente al professionista e alla persona, perché non si insegna tanto ciò che si sa, quanto ciò che si è. 

L’insegnante è sottoposto a sollecitazioni numerose e complesse; il significato e il valore della scuola e della professione di insegnante rischiano, in questa corsa e rincorsa, di essere accantonati, dagli insegnanti stessi per primi. 

Il benessere a scuola, per tutte le figure coinvolte, può arrivare solo in parte dall’Istituzione e in genere dall’esterno; principalmente sono gli insegnanti che se lo possono costruire con i propri comportamenti e attività quotidiane, e non sognando interventi che, come bacchette magiche, siano risolutori, bensì riaffermando la propria professionalità, personalità e capacità di scelta. 

È certo che gli insegnanti sono e comunque resteranno sempre il nodo centrale dell’istituzione scolastica e la risorsa determinante, il punto di passaggio della qualità dell’istruzione

L’insegnante quindi è una guida, un regista, uno sponsor, un mentore, un riferimento per gli allievi (teniamo a sottolineare che “sponsor” –termine non anglosassone ma latino- significa “colui che si prende cura e sostiene il potenziale” e nulla ha a che vedere con il denaro, come spesso superficialmente si crede). E il suo status non garantisce l’insegnante a prescindere dalle sue competenze professionali, che comprendono una buona conoscenza della materia (cosa per nulla scontata!) e molte altre competenze legate alla didattica, all’apprendimento, alle capacità relazionali, progettuali, emotive, comunicative e personali. 

L’intera comunità scolastica deve quindi chiedersi come affrontare le situazioni, quelle semplici e quotidiane e quelle assai difficili, e deve arrivare a gestirle tramite alleanze educative, senza scontri frontali con allievi e famiglie. Per questo è ancor più necessario per i docenti rafforzare le competenze pedagogiche e professionali. E per farlo occorre coltivare anche le competenze personali, quelle che sostengono la professione.

 

È indispensabile trovare sistematicamente momenti in cui fermarsi e riflettere. Momenti di Formazione! 

Che serve anche a questo, non semplicemente ad “aggiungere” qualcosa di nuovo o di più. Per esempio è fondamentale la conoscenza delle proprie emozioni e la capacità di gestirle (anche questo fa parte della comunicazione); la capacità di riconoscere i propri schemi sia incoraggianti che limitanti e i propri modi di pensare con la possibilità di ampliarli e renderli più flessibili; la capacità di gestire i processi di relazione, di educazione, di apprendimento senza stare alla rincorsa delle situazioni, degli eventi e degli adempimenti che comunque ci saranno sempre; occorre entrare nell’anima profonda dei dispositivi di apprendimento. Altrimenti come insegnanti rischiamo di tenerci una zavorra che impedisce l’apprendimento, invece che favorirlo e che –ironia della sorte- ci pesa e ci costa molto di più. 

All’interno di questo quadro di riferimento, che può essere solo sistemico, paritario e inclusivo, abbiamo svolto attività formative in un Istituto Comprensivo che ha riunito, nella stessa aula e nello stesso lavoro collaborativo, Insegnanti e Genitori. Con risultati tali che ci hanno chiesto di ampliare l’esperienza quest’anno a settembre. Forse abbiamo trovato una strada…

 

IMPARARE
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