LE COMPETENZE: emozioni
Emozione dovunque
“Impatto emotivo” sembra essere la parola d’ordine generale.
La vendita? Devi suscitare emozione per poter vendere! Il tuo sito? Deve suscitare emozione appena lo aprono, prima ancora che lo leggano! Un video, un post? Devono coinvolgere immediatamente sull’onda di un’emozione! Le comunicazioni? Devono essere emozionali!
E poi l’emozione è veloce, semplice, forte, ottiene audience…
Osannata e misconosciuta allo stesso tempo.
Cosa le emozioni fanno per noi
Effettivamente le emozioni ci accompagnano in ogni momento della nostra vita professionale e personale. Può variare la loro intensità, ed ecco perché pensiamo che in certe situazioni di emozioni non ce ne siano…
Le emozioni svolgono la funzione di:
Dare significato alle nostre esperienze applicando loro una specie di etichetta
(Esperienze apparentemente simili differiscono per essere connotate da emozioni diverse: tutte le mattine varco la stessa soglia del mio luogo di lavoro, ma quei passi possono sembrarmi lievi o di piombo in base alle emozioni che sto provando)
Sostenerci nello sviluppare l’empatia
(Uno dei passi -non l’unico!- per capire gli altri è unire le nostre emozioni assimilandole alle loro)
Dare accesso alle nostre abilità
(Con uno stato emotivo adatto, porto avanti il mio lavoro con abilità e qualità; se lo stato emotivo è inadatto, mi dimentico qualcosa, trascuro elementi importanti, mi confondo, tutto mi sembra troppo complicato, mi distraggo, non riesco a fare ciò che abitualmente faccio o che sarei capace di fare. Pensate anche solo al rapporto emozioni-sicurezza sul lavoro…)
Le emozioni costituiscono quindi una risorsa molto utile e importante, fondamentale.
Cosa noi dobbiamo fare con le emozioni
Se, a ogni input o messaggio, rispondiamo sull’onda dell’emozione, in realtà stiamo semplicemente reagendo a ciò che ci ha presi all’amo. Non abbiamo controllo e soprattutto non abbiamo alcuna possibilità di scelta. L’emozione è veloce e decide per noi, prima ancora che ce ne rendiamo conto. Ecco allora informazioni che -veicolate solo tramite l’emozione- possono scatenare panico e ribellione, individuale o collettiva. O tutte quelle emozioni che, una volta suscitate, si spargono senza che possiamo più farle tornare indietro. Come un nugolo di palloncini colorati: incantevoli da ammirare, ma una volta sfuggiti dalle nostre mani volano nel cielo senza alcun controllo e finiranno per infrangersi contro un ostacolo o esaurire il loro volo, perdendo fascino e utilità.
Ecco quindi una competenza fondamentale: la gestione delle emozioni!
Che è anche una competenza-condizione di base: senza questa, imparare le altre è arduo.
Le competenze emotive sono competenze sociali e professionali indispensabili, che nulla hanno a che fare però con il lasciarsi andare a reazioni emotive istintive. Anche in questo campo l’ignoranza costa cara, molto più cara dell’investimento e dell’impegno per la Formazione.
Il grande inganno
Le emozioni non si possono controllare né sopprimere, coprire o prescrivere: ecco l’inganno nel quale troppo sovente cadiamo. Non funziona così!
Possiamo imparare a gestirle, a entrare e uscire da un’emozione. Spesso lo facciamo già, senza rendercene conto, ma altrettanto spesso non lo facciamo e restiamo presi all’amo e trascinati, incapaci di sganciarci.
In questi momenti abbiamo la necessità di tornare alle nostre capacità di osservazione, di riflessione, di ragionamento… Magari anche alle capacità di analisi linguistica, o di logica o di distacco. Ma soprattutto dobbiamo spostarci verso l’area in cui le cose dipendono da noi invece di restare in quella dove tutto ci accade dall’esterno e noi non abbiamo alcun margine di scelta e di manovra.
Come scollarci da un’emozione disfunzionale? Come entrare in un’emozione più funzionale, che costituisca per noi una risorsa e non un ostacolo? Come passare dall’area di coinvolgimento a quella di influenza?
C’è una parte specifica della Formazione che ci può accompagnare in questo apprendimento. Ma la Formazione, in generale, deve essere in grado di facilitare emozioni funzionali e incoraggianti anche quando ci sta insegnando come usare il nuovo tornio o il nuovo software o come investire in noi stessi per la gestione di un gruppo del quale vorremmo essere leader.
Facilitare, non prescrivere!
La Formazione deve avere competenze, per poter insegnare competenze.
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