top of page

O è di moda, o non è niente

Si racconta che due uomini andarono a vendere mele. Il primo decise di vendere le bucce a peso d’oro senza tenere conto della sostanza del frutto. L’altro desiderava scambiare quelle mele con del pane per il viaggio. La gente comprò le bucce a peso d’oro senza curarsi dell’uomo che era felice di offrire le mele, anzi lo disprezzò.

“Ma la Programmazione Neurolinguistica è ancora di moda?”, ci viene spesso chiesto sia durante le nostre attività formative, sia al di fuori di esse.

Proprio la PNL ci ricorda che una domanda dice molto più di chi la pone che dell’argomento su cui verte: l’attenzione di questi interlocutori è rivolta alla moda, più che alla PNL. Ci dice anche che la formulazione di questa domanda contiene almeno un presupposto e cioè che, per poter essere ancora di moda, la PNL dovrebbe esserlo stata in qualche tempo precedente. E forse anche un altro: che qualcosa, per avere valore e utilità, deve essere di moda. Altrimenti a cosa potrebbe mai servire?

La PNL è costituita da un insieme di modelli che descrivono il comportamento, le modalità di interazione, di pensiero, di scelta e di apprendimento degli esseri umani, con lo scopo di poter operare con questi processi per confermarli o modificarli, attivandosi con efficacia verso obiettivi correttamente formulati: quindi è uno strumento.

Questa è la situazione A: come e con cosa posso intervenire per raggiungere la situazione B che mi interessa? Se abbiamo una descrizione ricca del nostro ruolo professionale, per esempio, possiamo porci altri obiettivi, operare cambiamenti, evolvere verso qualcosa di abbastanza specifico da essere in grado di riconoscerlo quando abbiamo raggiunto il risultato voluto.

Nella nostra vita gli aspetti teorici e quelli pratici non sono mai separati; si integrano e si saldano quando la teoria diventa una modalità di lettura delle situazioni e delle relazioni che consente di sapere come agire in ciascuna di esse e di scoprire, dai risultati così ottenuti, il modo migliore per continuare.

PNL passibile di obsolescenza, quindi?

Fin che avremo interesse a capire come funzioniamo, quando e come otteniamo o non otteniamo i risultati desiderati, come possiamo passare dalla situazione presente a quella desiderata colmando il gap, procurandoci o costruendoci le risorse necessarie, non sarà una questione di “moda” ma di ricchezza di scenari e di scelte.

La PNL, nata negli anni ’70, ha costruito i propri modelli grazie alle sue ricerche originali oltre che ai risultati di precedenti studi scientifici (Korzybski, Chomsky, Polya, Maslow, Bateson, Watzlawich, Miller, Erickson sono solo alcuni dei molti nomi); studi più recenti (le neuroscienze prima di tutto) continuano a confermare ciò che i suoi primi ricercatori avevano identificato in maniera empirica.

La PNL è in continua evoluzione: crescono e si ampliano i campi nei quali è possibile utilizzarla e metterla alla prova, possono aumentare e rinnovarsi le sue tecniche, che restano comunque congruenti con i presupposti che ne stanno alla base.

Possono variare e aggiornarsi le competenze specifiche di un responsabile del personale in un’azienda, ma per essere agite è necessario che siano legate a competenze comunicative e relazionali e a una mentalità flessibile. Se questo referente è convinto che le persone siano poco importanti e manovrabili, che non sia sua responsabilità ma colpa del mercato, dell’economia, della politica se le cose non vanno bene, per lui non ci saranno mai competenze sufficienti né abbastanza nuove o innovative delle quali potrà servirsi validamente. Ecco un ambito in cui la PNL ci dà quella chiarezza e quella direzionalità indispensabili per intervenire.

Fin che sarà necessario ampliare i propri orizzonti, accrescere le opzioni di scelta e le risorse per poter disporre di competenze efficaci e per instaurare relazioni funzionali con le persone, con gli eventi e, non ultimi, con noi stessi, la PNL avrà sempre strumenti da offrirci.

Cosa la mantiene attuale, da quarant’anni?

- Intanto la sua capacità di entrare nel “come”. Facile affermare o consigliare che occorre cambiare, che si impara lungo tutto l’arco della vita, oppure che dobbiamo usare questo nuovo programma informatico, o macchinario, o svolgere questa nuova funzione o facilitare l’autonomia dei figli e il loro distacco da casa, basta volerlo! Siamo esseri umani, un sistema molto complesso e ricco di interazioni corpo/mente/contesti/emozioni/esperienze/ecc. La PNL ci accompagna nell’allineare tutte queste interazioni, fino a un livello di dettaglio che ci sia utile per metterci mano.

Devi interagire con il capo pressapochista. Sì, capisco, ma tocca proprio a me? E come? In che modo? Cosa mi occorre per poterlo fare, unendo operatività e modo di pensare? E che potrebbe essere diverso da ciò che occorre alla mia collega nei confronti dello stesso capo? Ecco la PNL.

- E il suo intreccio con la Sistemica. Quali sono le conseguenze, a lungo termine e ad ampio raggio, di ciò che scelgo, che faccio, che penso ora? Se opero questo cambiamento adesso nella mia azienda o nel mio lavoro, come funzionerà ora per tutti coloro che sono coinvolti? E tra due anni? Come possiamo leggere le complesse interazioni fra persone, organizzazioni, eventi, senza cadere nella ripetitività di schemi superficiali e limitanti?

Troppo spesso operiamo scelte come reazione a qualche accadimento precedente; le reazioni sono riferite al passato, sono automatiche e ci rendono sempre più dipendenti e sempre meno decisori; come possiamo invece progettare il futuro? Non rimedi, ma ipotesi evolutive.

Sentiamo anche dire “ho fatto un po’ di PNL”. La PNL non è una torta, della quale possiamo servirci generosamente o assaggiare solo una sottilissima fettina. Le sue tecniche funzionano quando la mentalità, il pensiero, la competenza emotiva e relazionale di chi la usa sono fluidamente a disposizione della persona a cui si rivolge, per creare qualcosa assieme. Non è mai un contesto up-down! Sapere cosa sia una nave e magari conoscere un po’ come è fatta non basta per saperla costruire o governare: saliamo sul ponte di comando, e poi? Leggiamo l’allegato libretto di istruzioni e ci definiamo comandante … Con un esempio quotidiano, possiamo credere che se gesticoliamo un po’ come il nostro interlocutore e abbassiamo il nostro tono di voce per renderlo più simile al suo…improvvisamente capirà e accetterà tutto ciò che gli diciamo! Che se alza gli occhi sta dicendo una bugia e se abbassa lo sguardo sta dicendo la verità. Questa non è PNL, indipendentemente da come venga chiamata.

Se della PNL evidenziamo le bucce, le presentiamo bene promettendo che risolveranno rapidamente e senza sforzo il problema, che ci faranno ottenere un successo travolgente, che tramite loro potremo avere denaro e potere e con destrezza piegheremo al nostro volere gli altri, allora sì che abbiamo confezionato un magnifico prodotto, come tale soggetto a mode e proponibile come uno show consumistico. Adatto a chi consuma, non a chi vuole crescere.

Ciò che era funzionale, diventa fine a se stesso; l’esercizio diventa un rituale; l’operatore diviene oggetto di idolatria; lo strumento diventa un totem. E infine i totem passano di moda.

Ma ancora non abbiamo visto un melo che, come frutti, produca striscioline di buccia appese ai suoi rami.

La PNL è molto più che un insieme di tecniche da “applicare a qualcuno o a qualcosa”, è un insieme di atteggiamenti e modi di porsi e di pensare che, se vogliamo, possono divenire per noi familiari: la loro qualità profonda è ciò che rende la PNL così utile, rispettosa, formidabile e sempre attuale. Non si tratta di una ricetta magica, bensì di un percorso di apprendimento facile e piacevole, ma anche impegnativo e costante, perché coinvolge la nostra crescita professionale e personale complessiva.

In evidenza
News recenti
Archivio
Rierca per Tags
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
bottom of page